Recensione: "Forza e coraggio". La forza di guarire, il coraggio diraccontare il proprio incubo

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Forza e coraggio 




Nonostante io questa storia la conoscessi abbastanza bene (grazie anche alla mia intervista per Volleywood) questo libro è stato come una botta nello stomaco. Più precisamente, è come vedere un braccio teso pronto a colpirti nel ventre e intuire il dolore ancor prima che ti raggiunga.

Il libro di Jack è crudo, diretto, non si risparmia nemmeno nei dettagli più toccanti. Si rivela estremamente interessante anche per chi non conosce né Jack, né la sua storia, né le dinamiche della pallavolo; più semplicemente è la storia di un giovane uomo felice e realizzato, in amore e nel lavoro, che da un giorno all'altro si ritrova catapultato nell'incubo peggiore che si possa immaginare: il tumore. Le fasi di questa vicenda sono narrate con grande lucidità: alla frustrazione del non sapere e della diagnosi che tarda ad arrivare segue il processo di realizzazione della grandezza di questa malattia. Sono riuscita a superare questa fase del libro, nonostante le lacrime e la commozione inevitabili, solo perché nella mia mente sapevo già il lieto fine di questa storia, ma nel mentre della lettura l'unica cosa a cui si pensa è che si vorrebbe avere di fianco Sintini solo per dargli un grande abbraccio. La cosa che più sorprende è che Jack, nella sua fragile umanità, attraversa la classica fase della rabbia e dell'impotenza (quella del "perché a me? Non posso morire a 32 anni") ma essa è relativamente breve: lo spirito dello sportivo non è mai sopito dentro di lui e presto il percorso di guarigione diventa una sfida da vincere, da affrontare con tutte le forze insite dentro sé, che forse nemmeno lo stesso ragazzo sapeva di possedere.

La storia di Sintini si sviluppa attorno a tre cardini fondamentali: la pallavolo, la famiglia e la fede. Giacomo e la moglie Alessia sono due credenti ma come spesso succede la fede diventa una forza superiore alla quale aggrapparsi, una forza che ti sostiene senza crepe anche quando il mondo intorno a loro sembra crollare come un castello fatto di fiammiferi. La pallavolo e la famiglia sono le altre due forze che non abbandonano mai Jack, con una sinergia e una somiglianza impressionanti: sono i due pensieri che spingono il giocatore a non mollare mai, a fare squadra contro l'avversario, ad accettare le vittorie ma anche le piccole sconfitte lungo il percorso. Alessia è veramente un angelo,e dalle parole di Giacomo si evince l'amore sincero e semplice che unisce questi due ragazzi in maniera indissolubile; è la vera ancora di Jack, l'unica capace di farlo ragionare con razionalità, di stargli accanto senza chiedere nulla, con silenzio e umiltà. La coppia vacilla proprio quando spuntano i primi raggi di sole dopo l'incubo, forse perché il peggio si sta allontanando e c'è spazio per dei sentimenti più comuni, come lo stress o l'incomprensione. Sono entrambi provati ma Jack sembra non ammetterlo, o non rendersene conto, e Alessia comincia a crollare. I due però ritrovano lo spirito giusto e rimettono insieme i pezzi, affinché il loro amore puro possa riemergere dopo mesi e mesi di mestizia.

Lungo tutto il libro e tutta la vita di Sintini, la pallavolo è il filo conduttore di ogni evento e si trasforma da lavoro e passione a traguardo da raggiungere per sopravvivere ma, soprattutto, per tornare a vivere. L'orgoglio di Giacomo è quello di essere rimasto Giacomo, di essere tornato se stesso senza diventare Giacomo il povero malato. La personalità di Jack non si spegne mai, nemmeno quando è sopita sotto strati e strati di medicine; il suo coraggio, la sua determinazione, la sua umanità e la sua debolezza sono un esempio per chiunque sia chiamato ad affrontare le prove più difficili che la vita ci mette davanti. I suoi pensieri sono sempre per gli altri: per Carolina, perché non vuole lasciarla senza un padre, per Alessia, per gli altri malati, perché possano vivere la sua esperienza come un'appiglio di speranza e di ottimismo. L'unica cosa che Jack custodisce per se stesso, e non smette mai di agognare, è il pensiero di tornare ad essere un palleggiatore: la Trentino Volley gli offre un'occasione incredibile e se la passata stagione tutto ciò non fosse successo davanti ai nostri occhi, stenteremmo quasi a crederci perché questo sembra un finale orchestrato da uno sceneggiatore di Hollywood.

La presenza della co-autrice Francesca Parravicini è impalpabile, mai invadente: sembra che lei, da vera professionista, abbia solo messo a disposizione di Giacomo gli strumenti che gli servivano per raccontare la storia che aveva già dentro di sé.




Il link al libro, edito da Mondadori
Il link alla pagina ufficiale di Jack
Il link alla pagina ufficiale dell'associazione di Jack

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